Le barriere coralline sono messe a dura prova dalle conseguenze della crisi climatica e del conseguente innalzamento delle temperature degli oceani. Non solo, anche la pesca illegale a strascico sta provocando danni seri a questi gioielli della natura.
Nulla però è perduto per sempre e l’esempio dell’Indonesia lo conferma. Facciamo prima un passo indietro alla situazione dell’area di Palau Bontosua, nell’isola indonesiana di Sulawesi. Qui, i coralli sono stati praticamente spazzati via da una combinazione di sfortunati eventi. Ines Lange, una ricercatrice che ha pubblicato uno studio su Current Biology, ha raccontato che nonostante ci fossero diverse larve di corallo in mare, i coralli non riuscivano a tornare in vita a causa delle alte temperature e dell’azione dell’uomo. Ecco, quindi, che è stato necessario un intervento.
In quattro anni le barriere coralline indonesiane sono state ripristinate
Lange ha condiviso su The Conversation che grazie a un programma mirato, in soli quattro anni, le barriere coralline sono state ripristinate e crescono alla stessa velocità di quelle sane nelle vicinanze. Come è stato possibile? Con l’installazione di strutture esagonali in acciaio coperte di sabbia che fungono da rifugi per la vita marina. In un anno sono spuntate le prime colonie, e dopo solo quattro anni, le barriere coralline sono state ripristinate.
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— Tim Lamont (@TimACLamont) March 14, 2024
If climate conditions allow (an 'if' that we MUST keep fighting for), it's possible to rebuild functioning coral reefs https://t.co/Z6Sry4K0Kn
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Rimane comunque il problema del riscaldamento globale che continua a minacciare questi delicati ecosistemi. I coralli utilizzati nel progetto indonesiano sono più sensibili ai cambiamenti climatici e al fenomeno dello sbiancamento. Quindi, anche se è un grande passo avanti, non possiamo cantare vittoria del tutto.
Foto: PixaBay.